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07/07/25

Leggere il crimine: i romanzi gialli

Nel vastissimo universo della letteratura, uno dei generi che suscita maggior interesse, e senza alcun dubbio, quello noto con il nome di un colore: il giallo.

Quando pensiamo ai gialli, la mente collega questo pantone ad una narrativa che, solitamente, descrive un crimine e dei personaggi coinvolti in esso, siano essi vittime, criminali, complici, colpevoli od innocenti.

Forse però non tutti sanno che questa accezione si usa esclusivamente nella lingua italiana: la sua adozione, infatti, si deve alla collana omonima di Mondadori, ideata alla fine degli anni Venti del secolo scorso da Lorenzo Montano, e pubblicata nel nostro Paese da Arnoldo Mondadori, ispirato dal colore della copertina che venne scelto per promuovere questi racconti polizieschi.

La nascita del “filone giallo”, invece, si deve allo statunitense Edgar Allan Poe, che nel 1841 pubblicò uno scritto dal titolo “I Racconti della Rue Morgue”, che vedono come protagonista il personaggio di Auguste Duplin, detective dalle enormi capacità deduttive, che gli permettono di risolvere casi criminali senza nemmeno recarsi sui luoghi dei delitti, ma solamente leggendo dei resoconti giornalistici.

Vi ricorda qualcuno? Ebbene si: è a questo personaggio, che in qualche modo si rifà un altro scrittore, Arthur Conan Doyle, nel creare quello, ben più famoso, di Sherlock Holmes, protagonista del romanzo “Uno studio in rosso” del 1887, e che storicamente contende a La Pietra di Luna di Wilkie Collins del 1868 il titolo di primo romanzo giallo mai pubblicato.

Da allora, il genere ha conosciuto sempre maggior fortuna, crescendo sia come pubblico, che come critica: tra i numerosi autori che vi si sono dedicati, possiamo citare Agatha Christie, creatrice dei personaggi di Hercule Poirot e miss Marple, oppure Edgar Wallace, tra gli autori di romanzi, racconti e drammi più prolifici della storia del filone, od ancora Georges Simenon, il creatore del Commissario Maigret.

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