Skip to content
Close
07/07/25

Come creare un profilo LinkedIn efficace

Ogni social network esistente ha una sua destinazione: Facebook nasce per creare una rete con il mondo, ed avvicinare persone che si conoscono; Instagram è una vetrina visiva sul mondo, visto con gli occhi di chi scatta la foto; Twitter permette di esprimere il proprio pensiero attraverso brevi testi e diffonderli con chi ci segue. LinkedIn, invece, è una porta sul mondo del lavoro, ma non solo: il profilo di una persona è una punto di arrivo, che consente di mostrare a tutti il nostro “brand personale” e farci conoscere per le nostre qualità professionali, come se fosse un biglietto fa visita elettronico che ci presenta.

Questo social nasce, inoltre, per creare una rete di contatti e relazioni che possano tornare utili in ambito lavorativo, e creare opportunità: ma per renderlo efficace, ci sono alcuni accorgimenti da seguire, sia per non cadere nell’anonimato, sia per differenziarlo dagli altri spazi personali presenti nella rete.

Il primo suggerimento fondamentale da seguire sembra banale, ma non lo è: la foto profilo deve essere professionale. È una delle prime cose che chi ci visita vedrà, e deve rappresentare la credibilità della nostra pagina, e nostra: quindi, non pubblichiamo una immagine artistica, di noi al mare, con un bel mojito in mano, assieme agli amici, ma uno scatto serio, dove il nostro dress code sia adeguato, su uno sfondo chiaro e una luce naturale, possibilmente in primo piano o a mezzo busto. Non una foto da carta d’identità, ma quasi. E lo stesso vale per l’immagine di copertina, quella che appare in secondo piano: evitiamo gattini e immagini prese da film cult, ma pensiamo a qualcosa di personale, come per esempio una immagine della nostra azienda, o il nostro logo.

La seconda cosa che un visitatore noterà, è il sommario, ovvero quella frase introduttiva che non è altro che la descrizione di ciò che siamo, o facciamo, in poche parole: lavoriamo di creatività, per uscire dalle banali costruzioni come “impiegato tecnico in cerca di un nuovo impiego”, e diamo qualità e valore ad essa, con delle parole chiave che possano risultare appetitose, soprattutto se siamo alla ricerca di una occupazione: spesso i recruiter lavorano tramite esse, per la selezione.

Terzo punto, le nostre esperienze: che non sia una banale lista di lavori svolti, ma che sia un sunto di valore! Parliamo di ciò che abbiamo fatto, ma anche di cosa abbiamo imparato, aggiungendo anche magari degli allegati che possano comprovare le nostre qualità. Lo stesso vale per la sezione relativa agli studi: arricchiamola il più possibile di contenuti che possano dare una idea certa delle nostre skills.

E non scordiamoci del riepilogo, la parte sicuramente più corposa da redarre, e che probabilmente per questo tralasciamo, sperando che lo stesso facciano anche chi ci sta leggendo: attenzione, non è un riassunto del tuo CV! Utilizziamolo per colpire, parliamo di noi, di cosa siamo e cosa vogliamo diventare, e diamo un motivo ai selezionatori per leggerlo fino in fondo!

Infine, le referenze: nonostante al momento non aumentino le nostre possibilità di comparire nei risultati di ricerca dei selezionatori, avere delle note di merito sicuramente ci dà un ottimo effetto e ci permette di mostrare le personali potenzialità tramite la penna di chi è stato al nostro fianco durante la nostra carriera. Chiedere referenze a colleghi, clienti, manager non è un reato!

Ed ora, buon lavoro!

ARTICOLI CORRELATI