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La storia e l’evoluzione degli effetti speciali nel cinema - Volta Institute

Scritto da admin | 07/07/25

Quando pensiamo alla nascita del cinema, la nostra mente va inevitabilmente alle pellicole in bianco e nero, al famoso treno che arriva alla stazione di La Ciotat, ripreso dai fratelli Lumière, e che in un famoso film di Paolo Villaggio “buca lo schermo” ed entra nella sala cinematografica.

Ma nel corso degli anni, a pari passo con questa arte visiva nata per raccontare il mondo al mondo stesso, si è necessariamente sviluppata anche le tecniche e le tecnologie attorno ad essa: un’insieme di essere è nota come gli effetti speciali.

Storicamente, il primo “trucco pubblicitario” si deve al genio di Oscar Gustave Rejlander, fotografo e pittore svedese che nel 1856 realizzò, combinando sezioni differenti di 32 negativi in una singola immagine, il primo fotomontaggio. Per vedere invece un vero e proprio “effetto speciali” come lo intendiamo noi, dobbiamo andare al 1895, quando il regista Alfred Clark, nel corso delle riprese del lungometraggio dedicato alla vita di Maria Stuarda, per la scena della decapitazione della regina britannica, si ingegnò per poterla rendere la più realistica possibile, senza dover ricorrere ad un omicidio, s’intende: questa venne registrata in due parti, una prima con tutti attori in carne ed ossa ed una seconda con un pupazzo a sostituire l’attrice protagonista. Per fare in modo che il tutto apparisse come un’unica scena, Clark stoppò la macchina da presa, “congelò” tutti gli attori nelle loro posizioni e sistemò il pupazzo sul ceppo. Pochi istanti dopo il boia calò la scure e Maria Stuarda non aveva più la testa attaccata al resto del corpo. Così raccontata, nel 2022, può strapparci un sorriso, ma se la pensiamo con la mentalità di più di un secolo fa, possiamo immaginare lo shock negli occhi degli spettatori!

Nell’anno successivo l’illusionista francese Georges Méliès, mentre eseguiva delle riprese in una strada di Parigi, utilizzò lo stesso effetto, ma in maniera accidentale: infatti, la sua cinepresa si inceppò durante le riprese di una scena scena, e durante la proiezione della pellicola si accorse che ciò aveva trasformato un camion in un carro funebre. Tale “problema” lo ispirò cosī tanto da fargli produrre oltre 500 cortometraggi inventando tecniche fondamentali nella storia del cinema come l’esposizione multipla, la fotografia time-lapse, la dissolvenza e i film a colori ottenuti dipingendo a mano i fotogrammi (prima dell’invenzione delle pellicole a colori), diventando noto nell’ambiente come il Cinemago. I più attenti ricorderanno il suo film Viaggio nella Luna (Le voyage dans la Lune, 1902), una parodia stravagante del romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna, noto per il famoso faccione del nostro satellite con un razzo conficcato in un occhio.

Negli anni successivi, l’uso degli effetti speciale per “meravigliare” il pubblico in sala aumentò a dismisura, e l’avvento del cinema a colori e l’uso della modellistica in miniatura aiutò a sviluppare nuovi filoni cinematografici, come lo “science fiction”; ma la vera e propria rivoluzione si ebbe negli anni ’70, per assurdo in un momento di crisi per il mondo della celluloide: la crisi economica indusse molte case a chiudere i loro studi di effetti speciali, licenziando tutti i tecnici e gli specialisti che avevano lavorato con loro sino a quel momento, i quali furono “costretti” a mettersi in proprio, fondando dal nulla case di produzione o società specializzate nello sviluppo di effetti grafici, dando nuova linfa a tutto il settore: è il decennio dell’uscita del primo film della saga di Star Wars firmato da George Lucas, e di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo ed E.T. di Steven Spielberg.

La prima tecnologia “computerizzata” appare sul grande schermo a metà degli ’90, quando l’utilizzo dei computer rivoluzionò nuovamente l’universo degli effetti speciali, rendendoli sempre più grandiosi e sempre più realistici: in questi anni nasce la computer generated imagery (CGI), ed oltre a sfondi e scenografie, vengono introdotti anche i primi personaggi virtuali, che recitano assieme a quelli reali, come per esempio in Jurassic Park, dove troviamo dei dinosauri super realistici a fianco di attori in carne ed ossa.

 

Al giorno d’oggi, la stragrande maggioranza delle pellicole utilizzano effetti speciali, ma oramai per il pubblico, abituato a queste tecniche, sono più che normali: quale sarà il prossimo passo di questo mondo che ci farà “strabuzzare gli occhi”?